Una vacanza come:
- Esperienza di un tempo e di uno spazio liberi e
personali.
- Ridefinizione del rapporto tra realtà e linguaggi
rappresentativi.
- Ridefinizione dei significati del linguaggio nella
formazione del sè e della socialità.
- Identificazione e contenimento delle cosidette realtà
virtuali.
Una vacanza per dare un nome alle cose, per
distinguere il bello dall’orribile, per non rimanere
unicamente all’interno della cultura, e cioè nei labirinti
delle biblioteche e dei computers, delle didattiche e
pedagogie. Un viaggio in un territorio che è altro da noi
sul quale metterci in prova.
Territorio con boschi, rocce, acque e memorie.
Elementi da toccare, semplici allo sguardo ed
all’esperienza perchè camminare e vivere sono cosa
diversa dal ragionare ed organizzare nella razionalità.
Genitori ed istituzioni hanno sovrapposto al Campo
l’attributo di luogo per una educazione, ma più
frequentemente non è la prassi di una pedagogia e
nemmeno l’insieme di un insegnamento quello che
compete ai cammini della Valpaghera.
E’ la rivelazione di quanto ci venne dato all’inizio da un
padre e da una madre; che abbiamo dentro e che tutti
abbiamo cercato e atteso sui sentieri.
Nessun giudizio, e nessun diverso merito per ogni
bambino. Come nella fila incamminata lungo il versante di
una difficile affascinante montagna ognuno accanto
all’altro, ognuno accettato, nessuno disperso.
Ognuno secondo i propri doni e le proprie incertezze.
Una vacanza per crescere... In libertà.